Storia del Copywriting: le mie 4 penne preferite

Quando nasce il Copywriting?
Potremmo dire che nasce nei porti di Babilonia, per le strade di Pompei, con la retorica di Cicerone. L’idea di informare e convincere le persone a scegliere un prodotto, un evento, un ideale, è connaturata all’uomo.
Ma il copy vero e proprio inizia a svilupparsi nella seconda metà dell’Ottocento, con la pubblicità moderna che nasce negli Stati Uniti e arriva poi in Europa. Gli stili di scrittura e l’impostazione generale di quest’epoca sono diventati modelli di riferimento.
Ho selezionato i miei 4 grandi esempi nella storia del copywriting. Vediamo se coincidono con i tuoi!
David Ogilvy
Sono sicura che hai letto il suo libro famosissimo, Confessions of an Advertising Man.
Una personalità scoppiettante, in cui si mescolano estro e razionalità, forse il copy più conosciuto. David venne espulso da Oxford, perché non conforme allo stile di vita e di disciplina del grande college: troppo irrequieto e distratto.
Chef, ricercatore, spia britannica negli USA, venditore porta a porta, e persino allevatore in una comunità Amish: questi sono solo alcuni dei lavori che fece quest’uomo, prima di fondare la Ogilvy & Mather e creare campagne celeberrime.

Oltre ad essere un maestro di scrittura, è stato proprio lui a creare il concetto di brand image.
Emanuele Pirella
Il Maestro del copywriting italiano: quello di “O così o Pomì”, di “Nuovo? No: lavato con Perlana”, per intenderci.
Pirella studia attentamente brand e prodotto, puntando a creare campagne coerenti e veri e propri universi narrativi. Ma non rinuncia alla provocazione e a un tono di voce, diciamo, colorato.
Negli anni Settanta scatena il clamore mediatico con campagne piuttosto controverse e sicuramente di rottura.

Il lavoro di Pirella è grande creatività, ma anche molto metodo e strategia.
William Bernbach
Il primo merito di Bernbach, anche detto Bill, è stato quello di creare la coppia creativa per eccellenza: copy e art director, che intrecciano in modo indissolubile parole e immagini.
Ma sono due gli elementi che fonde nel suo stile creativo: ironia e negative approach. Il primo riesce a dare quel tono leggero e piacevole per il pubblico, il secondo gioca d’anticipo, enfatizzando i punti deboli del prodotto.

Uno stile pulito, minimale, nuovo e ancora contemporaneo. Io lo adoro!
Annamaria Testa
La prima donna entrata nella Hall of Fame dell’Art Directors Club Italiano, negli oltre venticinque anni di vita del Club. Inizia a lavorare come copy negli anni Settanta e negli anni Ottanta apre la sua agenzia.
Consulente per le imprese, docente, giornalista, scrittrice, fa parte anche della Giuria del Premio Campiello, del Gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca e dell’organizzazione del Salone del Libro di Torino. Una donna, mille risorse, una vita di lavoro con le parole e la scrittura.

Se vuoi scoprire di più sulla Testa e sulla sua storia professionale, devi leggere il suo libro più conosciuto, La parola immaginata.
Questi sono solo alcuni dei grandi nomi della storia del Copywriting che mi ispirano e affascinano ogni giorno di più.
Quali sono i tuoi fari, le tue muse ispiratrici? Lasciami un commento!