4 parole letterarie, nate tra le pagine dei libri

L’origine delle parole è qualcosa di davvero affascinante.
Scoprire perché quelle lettere si sono legate, per chiamare un oggetto o un sentimento, è un viaggio nel tempo e nello spazio. Ma anche tra le pagine di grandi opere, come per queste 4 parole.
Sì, perché è da moltissimi personaggi letterari e racconti che sono venute fuori parole ormai (quasi) di uso comune. Eccone qualcuna.
Pantagruelico
Panta-che? Panta rei?
No, pantagruelico è un aggettivo che rispecchia le caratteristiche di un personaggio letterario, Pantagruel.
Gargantua e Pantagruel è una serie di cinque romanzi scritti nel Cinquecento da Rabelais, scrittore e umanista francese. Si tratta di un’opera che racconta, con una lingua vivace e a tratti triviale, le avventure di questi personaggi, e che nasconde tra le righe una sottile satira.
Pantagruel è, in particolare, il figlio di Gargantua e di Badebec: un gigante dalla forza leggendaria e dall’appetito insiaziabile.
Proprio dalla fame di Pantagruel deriva questa parola, a indicare un pasto abbondante con una compagnia rumorosa, come quelli narrati da Rabelais.
☛ Anche Gargantua ha potuto dare i natali a un termine, gargantuesco, che indica allo stesso modo qualcosa di smisurato.
Bovarismo
Dimmi che hai letto o almeno sfogliato Madame Bovary.
Per me questo libro ha rappresentato la scoperta dell’Ottocento, delle sue atmosfere, dei suoi temi e della sua letteratura. Un amore a prima vista.
Emma Bovary sposa un ufficiale sanitario, sognando una vita piena e ricca di agi e felicità. Ma le cose non procedono proprio secondo le sue aspettative: la vita si trascina lenta nella routine e suo marito è tutt’altro che un uomo passionale. Emma inizia così una sorta di vita parallela, rifugiandosi nelle letture, nelle vite di donne dagli amori tormentati e struggenti, e si dà all’adulterio e ad abitudini al di sopra delle sue possibilità. Il tutto culminerà, da buon romanzo ottocentesco, col suicidio.
Da questo bisogno di evasione e dall’inquietudine esistenziale deriva il bovarismo, nella seconda metà dell’Ottocento una tendenza ostentata dagli artisti, oggi un termine usato anche in psicologia.
La voglia di essere qualcun altro e di vivere un’altra vita che, anche raramente, tocca tutti noi.
☛ La storia di Madame Bovary prese probabilmente le mosse dalla vicenda di cronaca di Delphine Delamare, donna morta suicida. Flaubert rimase colpito da questa notizia, secondo quanto viene raccontato, e vi trovò ispirazione per un personaggio ormai leggendario.
Pasticciaccio
Carlo Emilio Gadda era un autore molto amato dalla mia Professoressa di Storia della Letteratura Italiana all’Università. Grazie a lei ho scoperto uno scrittore e un intellettuale poco ricordato e conosciuto nel nostro Paese, ma un grande innovatore e sperimentatore.
Nei suoi testi troviamo un misto di linguaggi – tra dialetti, neologismi e termini tecnici – e uno sconvolgimento delle strutture canoniche del romanzo. Non a caso, proprio Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è il suo enigma poliziesco che, nelle varie redazioni e revisioni, vede modificato il finale e il colpevole.
E proprio da qui arriva la parola pasticciaccio, che in quel caso indica un omicidio e un furto, ma nella vita di tutti i giorni può indicare un bel guaio.
La sua sonorità accentua il significato di questa parola e la sua forza espressiva. Dopotutto parliamo di Gadda.
☛ Da quest’opera venne tratto il film Un maledetto imbroglio di Pietro Germi – approvato dall’autore del libro – e una mini-serie.
Gattopardismo
Un virus che attanaglia il nostro Paese da sempre. La sindrome del che tutto cambi perché non cambi niente, l’illusione del mutamento e la certezza dell’immobilismo.
Lo so, chiederti di aver letto Il Gattopardo è un po’ troppo, ma sicuramente conosci la trama del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: la narrazione delle trasformazioni – o forse dovremmo dire non-trasformazioni – della Sicilia, tra Risorgimento e Unità d’Italia.
Una società fortemente caratterizzata, investita dal cambiamento, che trova il modo per adattarsi e ritrovare i suoi spazi anche in un contesto del tutto nuovo.
Un romanzo storico, intimo, di costume, filosofico: un concentrato di riflessioni sull’identità del singolo e su quella della comunità.
☛ Sapevi che il testo venne rifiutato da molte case editrici, e venne pubblicato postumo nel 1958? Vinse poi lo Strega nel ’59 e divenne una delle più importanti opere nella letteratura mondiale.
Il fascino delle parole – italiane e non – è qualcosa a cui è difficile resistere.
Qual è la tua parola letteraria preferita? Lasciami un commento!